Il plancton è l’insieme degli organismi acquatici galleggianti che vengono trasportati in modo passivo dalle correnti e dal moto ondoso non essendo capaci di dirigere attivamente il loro movimento e costituiscono una delle principali fonti di sostentamento dei pesci. Spesso però, si pensa al plancton come a un elemento marginale per il benessere dell’uomo e del pianeta. In realtà, seppur così piccolo, ha una grande importanza.
Ci sono diverse tipologie di plancton: il fitoplancton, in particolare, è fondamentale per la vita di tutti gli esseri viventi, in quanto, attraverso la fotosintesi, produce carbonio organico, la base del metabolismo di uomini e animali. In più contrasta l’accumulo di anidride carbonica nell’atmosfera.
Il Necton è l’insieme degli organismi animali capaci di contrastare con il nuoto la forza delle correnti. Il necton è composto da un ampio numero di pesci cartilaginei e ossei e, in minor numero, da mammiferi marini, rettili e uccelli.
Insomma, qualunque siano le sue caratteristiche, il plancton è fondamentale per la vita degli esseri viventi e in particolare dei pesci.
Ma cosa mangiano i pesci?
Al contrario di quanto si possa pensare la risposta non è così scontata. Infatti, proprio come noi, ogni specie ha le sue preferenze. Prima di tutto è bene ricordare che l’alimentazione dell’ittico differisce soprattutto in base all’habitat naturale e all’ecosistema di appartenenza. Le abitudini nutritive dei pesci di fiume o di lago sono infatti ben diverse da quelle dei pesci che abitano i mari e gli oceani. Ci sono poi una serie di altre variabili che andremo ad analizzare passo dopo passo in questo articolo.
Fiumi, laghi e oceani.
La differenza tra i pesci di acqua dolce e quelli di acqua salata è data proprio dalla capacità di queste specie di sapersi adattare o meno alla quantità di iodio, sodio e cloro presente nell’acqua.
Ma anche i pesci di mare non sono tutti uguali. Quelli che popolano gli abissi, dove la presenza di vita è molto scarsa, sono infatti abituati a sopravvivere anche con scarse quantità di cibo. Si nutrono infatti di plancton o pesci molto piccoli. Tutte quelle varietà che invece vivono più vicino alla superficie hanno un’alimentazione molto più varia.
Carnivori, erbivori ed onnivori.
Potrà sembrare strano, ma anche per i pesci esiste la tradizionale classificazione in carnivori, erbivori ed onnivori. I primi solitamente si cibano di specie più piccole rispetto alla loro, oppure di altri esseri viventi che abitano l’ambiente marino, come vermi, piccoli crostacei e zooplancton – ovvero la parte del plancton costituita da organismi animali. Di solito le specie carnivore sono caratterizzate da una bocca grande e denti aguzzi che permetto di cacciare le prede. I secondi invece, si nutrono principalmente di vegetali, quali alghe e altre piante che si trovano sui fondali marini. Solitamente le specie che appartengono a questa categoria hanno un apparato digerente davvero sviluppato, proprio perché la loro dieta è ricca di fibre. Infine, i pesci onnivori hanno una dieta più varia che meglio si adatta ai diversi habitat e che comprende perfino i parassiti degli anemoni.
Di cosa si nutrono i pesci da allevamento?
Ben diverso è il discorso se parliamo dei pesci da allevamento. In questo caso, infatti, si tratta di mangime. Anche di quest’ultimo ci sono diverse tipologie, che differiscono per livelli nutrizionali, quali proteine, sali minerali, quantità di grassi e così via. La qualità dei pesci da allevamento sta migliorando sempre di più anno dopo anno, grazie anche a tutte le normative che sono state attuate in Italia nell’ultimo periodo. Gli allevatori della nostra penisola, infatti, si impegnano a rispettare i “Codici di buone pratiche d’allevamento”, le regole che prevedono un’elevata attenzione all’igiene e alla sicurezza alimentare, così come alla rintracciabilità.
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